In caso di patologie

In caso di patologie

Psoriasi

Tumore

Fertilità e funzione erettile

Colon irritabile

Altre patologie l’approccio funzionale

PSORIASI ED ALTRE AUTOIMMUNITÀ

La psoriasi è un’infiammazione cronica della pelle, non contagiosa e non infettiva. Recenti studi mostrano come l’aumento dello stress e anomalie nelle cellule T del sistema immunitario siano centrali sull’alterazione della proliferazione dell’epidermide tipiche di questa patologia.

Ci sono alcuni elementi che accomunano psoriasi, malattie infiammatorie croniche intestinali, tiroiditi autoimmuni, sclerosi multipla, morbo di Alzheimer. Gli studi dimostrano in maniera ormai evidente che le cause siano da imputare a fattori genetici, al sistema nervoso centrale, al sistema immunitario e al nostro intestino

La medicina ha messo a punto diverse tipologie di farmaci contro questo pool di patologie, ma occorre ricordarsi come una nutrizione e integrazione funzionale specifica possa agire a monte della catena che innesca il circolo vizioso tipico di molte patologie.

Valutando ciò che la letteratura scientifica ha già scoperto, si hanno molte informazioni che possiamo utilizzare per modulare queste patologie.

Sappiamo infatti che:

  • il sistema immunitario, a seconda della patologia, reagisce creando un’infiammazione cronica, spesso di basso grado, che porta alla degenerazione dei tessuti colpiti;
  • l’infiammazione porta ad un aumento dei radicali liberi, responsabili di un ulteriore catabolismo cellulare;
  • il nostro corpo reagisce portando alla produzione di cortisolo, che se da un lato limita il processo infiammatorio, dall’altro inibisce la sintesi di tutte le proteine, che porterà quindi ad un deficit funzionale del corpo;
  • il nostro intestino è una delle porte di ingresso principale per le molecole che provengono dall’esterno e che allertano quindi il sistema immunitario con un potenziale  innesco di una guerra non specifica verso parti che il sistema immunitario dovrebbe riconoscere come proprie (self);
  • un’alterazione della permeabilità intestinale, può modificare notevolmente le molecole che entrano in contatto con il nostro sistema di sorveglianza;
  • il grasso viscerale è un produttore di molecole infiammatorie in grado di avere un effetto negativo e sinergico sulla patologia;
  • la presenza di alcuni batteri/miceti o virus in fase attiva sono in grado di riattivare malattie quiescenti;
  • squilibri endocrini, metabolismo dell’istamina ed eccessiva assunzione di omega-6 sono coinvolti

Ad titolo di esempio possiamo dire che la vitamina D e gli Omega-3 a seconda del caso specifico, sono in grado di modulare il sistema immunitario, a nostro vantaggio.

In conclusione, con un’attenta anamnesi, analizzando i sintomi e lo stile di vita, la nutrizione e integrazione funzionale può avere un forte impatto sulle malattie autoimmuni.

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TUMORI

Per cancro s’intende un insieme di oltre 200 tipi di malattie caratterizzate dalla proliferazione incontrollata di cellule.

Il nostro organismo normalmente è in grado di controllare i processi di trasformazione cellulare, ma quando questa capacità viene meno, si può verificare la crescita di cellule che possono invadere i tessuti circostanti e anche altri organi.

Le cellule tumorali necessitano di una quantità di glucosio notevolmente più alto delle nostre cellule in quanto non riescono ad estrarre le 36 unità di energia (ATP) che producono le cellule normali, ma utilizzano un processo (che il nostro corpo usa solo in condizioni di anaerobiosi) che porta alla formazione di sole 2 unità di energia e alla produzione di acido lattico, con conseguente alterazione del pH.

Questo meccanismo consente alle cellule tumorali di resistere alla carenza di ossigeno (ipossia), condizione molto frequentemente nei tumori solidi, a causa dell’inefficiente formazione della rete vascolare in quei distretti. Tutto ciò porta le cellule tumorali a stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) per aumentare l’apporto nutrizionale che arriva alla massa. Per espandersi e diminuire la forza del nostro sistema di difesa, il tumore crea una resistenza alla comunicazione dei nostri ormoni, ad esempio attraverso l’insulino–resistenza, diminuisce il corretto nutrimento delle nostre cellule muscolari, altera il pH nelle zone di proliferazione (agevolando la degradazione della matrice extracellulare, l’angiogenesi e inibendo cosi l’azione dei nostri enzimi che agiscono solo all’interno di piccolissimi range di pH). L’approccio alle neoplasie dipende ovviamente dal tipo di tumore, età, sesso e dalla composizione corporea della persona. Esistono ormai diversi approcci nutrizionali e integrativi che possono essere utili al trattamento e alla prevenzione sia del tumore primario sia di quello secondario.

Con i nutrienti possiamo infatti:

  • modulare le concentrazioni di glucosio, in modo da bilanciare il nutrimento al nostro sistema, ma inibire quello tumorale;
  • ridurre l’infiammazione generata dal tumore e quindi la resistenza recettoriale;
  • modulare l’angiogenesi (esistono cibi Anti-angiogenici);
  • modulare il pH del tessuto connettivo migliorando la funzionalità enzimatica;
  • controllare i fattori di crescita (esistono cibi ricchi di IGF-1 potente ormone che sostiene la crescita cellulare);
  • diminuire il grasso in eccesso (grasso che tra le altre cose, porta all’aumento degli estrogeni particolarmente importante in alcune forme del tumore al seno);
  • aumentare la massa muscolare, anche attraverso l’esercizio fisico, in modo che il muscolo possa diventare un competitore efficiente dei nutrimenti sottraendoli quindi cosi al tumore stesso.

Inoltre lo studio della variazione nel tempo della composizione corporea, attraverso la bioimpendenziometria (esame che si fa durante la visita nutrizionale) ci permette di avere degli indici dello stato di salute del corpo in modo da poter modulare di volta in volta l’approccio nutrizionale.

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SQUILIBRI ORMONALI: FERTILITÀ E FUNZIONE ERETTILE

Sindrome dell’ovaio policistico, endometriosi, irregolarità del ciclo, problemi di fertilità (femminile e maschile), triade dell’atleta femminile, menopausa, dolori durante i rapporti sessuali, cistiti, vaginiti ricorrenti e disfunzione erettile: sono tutti accumunati da uno squilibrio nella comunicazione intercellulare (tra cellule poste in diversi distretti) e intracellulari (dentro la cellula stessa).

Gli ormoni

Le molecole sicuramente protagoniste nelle comunicazioni del corpo sono gli ormoni, che alle volte potrebbero essere in eccesso, altre in difetto. Più spesso in un apparente status di normalità.

Quest’ultima situazione può essere dovuta:

  • all’efficienza del trasporto dell’ormone dal luogo di produzione agli organi
  • a quanto siano espressi i recettori di questi ormoni (un po’ come una chiave che cerca il suo specifico lucchetto)
  • a quanto sia funzionale il legame tra ormone e recettore (se la chiave è in grado di aprire il lucchetto).

Disfunzione erettile

Infiammazione silente, carico ossidante, alterazione del tessuto connettivo, modulazione genica e assetto del nostro patrimonio batterico, possono essere coinvolti nella disfunzione erettile. È intimamente legata alle patologie vascolari, dato che è proprio la variazione della pressione sanguigna nei corpi cavernosi che porta allo stato di erezione del pene.

La stimolazione sessuale attiva infatti una serie di messaggeri provenienti dai neuroni dopaminergici e dell’ipotalamo, da qui si origina un segnale che giunge ai corpi cavernosi, dove avviene il rilascio di mediatori chimici ad azione vasodilatatrice quali l’acetilcolina e l’ossido nitrico.

Tra le cause organiche di disfunzione erettile abbiamo:

  • una riduzione della produzione di ossido nitrico (a causa dell’iperattivazione degli assi dello stress che porta alla produzione di cortisolo);
  • l’aumento di molecole infiammatorie e di radicali liberi (ad azione vasocostrittrice)
  • l’accumulo di grasso viscerale che modifica il metabolismo lipidico e glucidico.

Una nutrizione e integrazione mirata attraverso la modulazioni di questi fattori, è sicuramente in grado di agire sui processi alla base della fisiopatologia di queste problematiche.

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COLON IRRITABILE

La sindrome del colon irritabile (IBS), caratterizzata da sensazione di gonfiore, dolore, irregolarità o discomfort intestinale, mette insieme una serie di disequilibri diversi che sono accomunati esclusivamente dai sintomi.

Le cause, infatti, possono essere dovute ad un’alterazione della motilità intestinale, ad infezioni, ad intolleranze alimentari (come ad esempio quella al lattosio), ad un ipersensibilità ad alcuni gruppi di proteine (ad es. al glutine) ad allergie (ad esempio alle graminacee, nickel), ad alterazioni del microbiota intestinale, ad alterazioni endocrine (serotonina), enzimatiche (digestive e non) e del metabolismo degli acidi biliari.

Non dobbiamo poi dimenticare, che l’incompleta digestione delle proteine nello stomaco, può portare  alla formazione di macromolecole indigerite, che arrivando nell’intestino ne alterano l’omeostasi.

Inoltre, recenti studi hanno trovato, nella mucosa intestinale di soggetti con IBS, la presenza di cellule tipiche nei processi allergici: le meastcellule. Queste, attraverso la produzione di istamina, sono in grado di alterare la permeabilità e la flora intestinale. Quest’ultima, a sua volta, influenza ed è influenzata dal sistema nervoso centrale attraverso il così detto asse intestino-cervello che può portare ad un’iperattivazione dell’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene), dell’asse adrenergico (produzione di catecolamine), serotoninergico (la serotonina svolge anche un’azione sulla motilità gastrointestinale).

Il conseguente aumento dell’infiammazione intestinale, porta ad una iper-percezione del dolore (nerves sensitization) attraverso molecole di origine lipidica (diversi studi indicano come l’uso di specifici integratori lipidici sia in grado di rompere questo ciclo vizioso).

Da questa descrizione sintetica, si comprende come un attento studio dei sintomi e delle abitudini alimentari, possa, attraverso la nutrizione e integrazione funzionale specifica e differenziata nel tempo, dare un contributo essenziale a coloro che sono affetti da questi disturbi.

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PATOLOGIE VARIE

Ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi e in generale tutte le patologie o le anomalie di laboratorio (colesterolo, glicemia, acido urico, etc) sono spesso affrontate concentrandosi sul sintomo, non sulle cause. Facciamo un esempio: in caso di frana, costruire esclusivamente una barriera a valle, senza valutare e agire sulle cause a monte porterebbe prima o poi, ad avere un nuovo cedimento del terreno in un zona diversa.

Prendendo come modello l’eccesso di colesterolo, oltre a ridurre la sua sintesi, si potrebbe indagare sulle cause, chiedendosi le ragione che impediscono il suo naturale smaltimento nei suoi derivati come:

  • la vitamina D (capace di influenzare muscolo, sistema immunitario, tessuto osseo)
  • gli ormoni sessuali (Dhea, Testosterone, Estrogeni)
  • il cortisolo (ormone che combatte lo stress)
  • l’aldosterone (ormone implicato nella pressione sanguigna)
  • la bile (indispensabile alla digestione dei grassi).Spesso analizziamo quindi ogni malattia, come fosse un capitolo a sé stante e non come un sistema di vasi comunicanti.Ad esempio, sapevi che le patologie della pelle sono spesso relazionate al deficit di memoria (c’è una normale attivazione della vitamina B?) e che l’emicrania può avere una connessione con la stitichezza (deficit di alcuni minerali) o con i dolori muscolari (disfunzione mitocondriale)?

    Per studiare e intervenire sulle cause e non solo sugli effetti, ci viene in soccorso la Medicina Funzionale che ha come fondamento l’uso del cibo per prevenire, curare e invertire le patologie attraverso il ripristino delle funzioni biologiche interconnesse del corpo.

    La nutrizione e integrazione funzionale agisce quindi provando a rimuovere i fattori scatenanti la malattia per il ripristino e l’ottimizzazione della salute.

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